mercoledì 26 dicembre 2012

Ed è arrivato anche Natale..

La vita è frenetica e di tempo sembra non ce n’è sia mai abbastanza, mi sembra che Dicembre sia iniziato solo ieri ed invece tra una settimana è finito anche l’anno.

Anzi mi scuso per l’infinita assenza, ma come dicevo prima il tempo è tiranno, tra liste regali , addobbi fatti in casa, lettere, biscotti, dolci, curriculum da aggiornare e impegni vari, sono stata sempre occupata.

Questo periodo di festa dura sempre troppo poco e passa sempre troppo in fretta, solitamente non riesci nemmeno rendertene conto che è già finito. 

Ma Natale, per quanto le persone lo sentano o no, è sempre Natale. 


Ricordo che da piccola non vedevo l’ora venisse la mattina del 25, mia sorella essendo più grande di sette anni sapeva qual’era la verità,  ma reggeva il gioco ai miei comunque.  
La sera della Vigilia mia nonna ci preparava un lettone matrimoniale (che a me sembrava gigantesco allora) ricolmo di cuscini comodi e pesanti coperte di lana.
Io e lei andavamo a “dormire” presto, che poi in realtà, io non riuscivo ad addormentarmi per il troppo fremito a felicità, curiosità  e attesa, quello che facevo era parlare agitatamente ed in continuazione, le rompevo le palle a morte con questa storia di Babbo Natale, tenendola così sveglia, fino a notte fonda; sembrava mi fossi bevuta 30 caffè, non avvertivo sonno, avevo gli occhi sgranati come quelli di un gufo dall’esaltazione e non riuscivo a stare ferma.. nemmeno se mi avessero legato ad una sedia o mi avessero sparato nel collo un tranquillante per orsi.
La mattina seguente era Magica davvero, le timide luci del mattino entravano dalla porta finestra illuminando l’intera cucina,  sul tavolo c’erano delle tazze di caffellatte fumante preparate da mia madre, ben disposte sopra una tovaglia tirolese blu, sul camino il bicchiere di latte ed i biscotti con le stelle(i miei preferiti) erano stati bevuti e letteralmente divorati,  l’albero brillava di ogni colore ( a noi piaceva addobbarlo in technicolor) e gli ultimi rami  abbracciavano regali di ogni dimensione, grandi fiocchi riccioluti cadevano sulla superficie di ogni pacchetto, una scritta frettolosa a penna sulla carta contrassegnava il nome della persona a cui era destinato. Io mi arrampicavo sulla sedia per avere una visuale più ampia di quello che Babbo Natale aveva lasciato durante la notte e mia sorella cominciava già a razziare doni.
Aprivamo i regali con quella che poteva essere descritta solo come una paresi facciale, i nostri sorrisi arrivavano alle orecchie, gli occhi ci brillavano  e così anche mamma, papà e nonni, vedendoci così entusiaste. Sembravamo delle bombe ad orologeria pronte ad esplodere da un momento all'altro.

Questo è il ricordo che ho dei Natali passati, è nostalgico, ma estremamente bello.
Capita perciò, che durante queste festività io mi metta a creare degli addobbi fai da te, cucinare biscotti e dolci di ogni tipo, mandare biglietti di auguri e a scrivere lettere, non mail, ma Lettere vere e proprie, forse perché inconsciamente ho bisogno di ricreare la stessa atmosfera natalizia che vivevo da piccola.


Natale all'insegna del riciclo: festoni di pagine di libro cucite a mano da un filo rosso, toulle, pettirossi di carta, rami dipinti di acriclico bianco.

Il 25 per me è stato un giorno tranquillo in famiglia, abbiamo cucinato io e mio padre, aperto i regali tutti insieme, tra cui  un giradischi *^*(merito di Roby, Franco, Carolina, Marco e Apo <3) mentre di fondo si sentiva "Boogie with Hooker 'N Heat". Fuori il cielo era grigio, si poteva scorgere addirittura della nebbia, ma eravamo tutti così felici che l'aria era intrisa di ogni cosa bella e sembrava il sole fosse entrato in cucina sfondando la porta di casa.

Non importa molto il "dove", quando sei con le persone che ami qualsiasi posto diventa il posto giusto in cui essere.

Spero abbiate passato un bellissimo e sereno 25 Dicembre, in compagnia di chi amate, di chi vi vuole bene, che siate stati travolti dalla loro gioia e dai loro sorrisi.


Buon Natale di cuore.

Katia Ailis


sabato 1 dicembre 2012

Mercatino a Piazzola


Quest'ultima domenica del mese, siamo finalmente riuscite a raggiungere il mercatino di Piazzola sul Brenta.

Il grigio mattino domenicale non ci aveva dato proprio il buongiorno, ma eravamo troppo entusiaste di passare la giornata assieme, alla ricerca del "non si sa cosa" tra gli espositori e a dirla tutta, per me l'associazione foschia-vinili ha quell'alone di mistero e di segreto di cui non riesco proprio a fare a meno.




Erano più o meno le 6:45 quando mi sono svegliata da sola, ancora prima che suonasse il cellulare, l'ultima frase del tardo sabato sera era stata:"la prima che si sveglia, chiama anche le altre" 

Ahimè alle 7:15 ho chiamato mia sorella, con la paura che fosse già tardi se volevamo essere li per le 8:30/9:00. 

Alla fine mi sbagliavo,(da qui la nuova regola della caccia ai mercatini: prima delle 8:00 del mattino non ci si sveglia)siamo partite alle 9:30 passate, ansiose di arrivare. 

Carolina era la pilota di rally, mia sorella il navigatore, con gli occhi incollati rigorosamente sullo schermo del suo cellulare per dare indicazioni sulla strada giusta ed io ero semplicemente un passeggero inerme che rimaneva a guardare, aggrappandosi con le unghie ai sedili mentre si affrontavano le curve e mettendo la testa fuori dal finestrino, come solo i cani accaldati sanno fare, per degli scatti ad alta velocità. Eravamo su stradine circondate da alberi e campi verde brillante coperti da un manto di foglie arancioni, si scorgeva della nebbia in lontananza e l'aria odorava di pioggia.




Una poetica descrizione del nostro dolce perdersi su stradine di campagna e la verità è che non avevamo la più pallida idea di dove fossimo, ne se fosse stata la strada giusta.

Dopo un po' di incertezze di percorso ed un parcheggio selvaggio eravamo finalmente arrivate, pronte alla caccia, munite di borse capienti e "liste dei desideri".
Io ero alla ricerca di scatole di latta abbastanza datate e componenti di vario genere, tra cui ingranaggi di orologi e Hovviamente vinili <3
Nemmeno il tempo di inoltrarci tra gli espositori che i miei occhi si son posati su di uno scatolone, ricolmo di quello che cercavo:  vecchi contenitori di latta. Nel frattempo Carolina era caduta in tentazione con un porta pranzo di forma rettangolare, il quale però, riportava una stampa che riproduceva un amplificatore Fender *^*, non poteva non portarlo a casa.
Qualche trattativa più tardi con un simpatico veneziano e avevamo già riposto nella borsa il nostro primo acquisto.

Qualche metro più avanti e mia sorella si era già bloccata, la  sua attenzione era stata completamente catturata da un distributore di palline anni 50' di un color giallo limone, di quelli con la manopola da dover girare più volte prima che scenda quella tanto desiderata pallina, gli stessi che funzionavano ancora a 10 lire.


Il prezzo un po' alto però l'aveva distolta dall'acquisto, nonostante sapesse che il prezzo medio di un dispenser del genere nei siti d'aste, costasse molto di più. 
Lo stesso venditore aveva esposto sul banco anche delle radiosveglie a cartellini anni 70' e delle radio a cubo, le Brionvega TS502 del 64', la prima serie rossa creata, dopo aver scrupolosamente controllato tutti i pezzi in vendita, la mia concentrazione si sposta su di una polaroid land camera supercolor 1000 con tasto verde.. avevo gli occhi a cuoricino, c'erano talmente tante chicche, che non riuscivamo a distogliere gli occhi dall'espositore, ma alla fine dopo aver pensato agli altri possibili acquisti, abbiamo continuato la nostra caccia.


Dopo neanche 4 mt, ecco un espositore di vinili, la mia reazione: occhi sgranati, tuffo al cuore ed esaltazione generale.

Carolina quando mi ha vista così in difficoltà mi ha invitato a guardare dalla parte opposta, verso il campanile di Piazzola, così non ci sarebbero stati disagi, ma che mi fermassi a guardare era inevitabile.
Mentre loro aspettavano pazienti, io osservavo meravigliata tutti quei vinili, avevo lo stesso sguardo di un bambino che la mattina di Natale si alza prima di tutti per vedere cos'ha lasciato babbo Natale sotto l'albero; iniziai a passare con gli indici tutte le costine delle copertine per vedere se c'era qualcosa di interessante, quando scorsi un nome: Canned Heat. 
Gli occhi mi si ingigantirono, tirai fuori il vinile dalla fila per leggere meglio il titolo "Boogie with Hooker n' Heat, John Lee Hooker and Canned Heat" non potevo non prenderlo, specialmente perché era un doppio album, perciò immaginerete come è andata a finire, o meglio DOVE è andato a finire, nella borsa di stoffa di Carolina, dopo che lei prendendo le mie veci, ha cercato di contrattare il prezzo, ed è la migliore delle tre in questo. La adoro.


Avanti ancora nella nostra delirante ricerca, tra le vie ricolme di gente e le nostre risate "discrete", gli espositori traboccavano di macchine fotografiche analogiche, componenti di vecchie radio di vario tipo, chiavi, lucchetti, libri, sveglie, radiosveglie a cartellini, i vecchi telefoni grigi a disco, vinili, chitarre acustiche, le prime moto guzzi, cimeli bellici, cornici barocche e persino campane tibetane.

Dopo aver girato per due ore e mezza si erano fatte le 12:30 passate, sentivamo il bisogno di un buon aperitivo lungo e di mettere qualcosa nello stomaco, così da avere scorta di energie anche per il pomeriggio. 
Dopo questo pit-stop eravamo già in marcia per dare un'occhiata agli ultimi espositori.
Mentre io e mia sorella, fermate su un banco che vendeva opali (a dir poco magnifici!), eravamo prese ad ascoltare il venditore, sulle storie di questi fantastici minerali, Carolina era andata a contrattare il prezzo per l'acquisto di una scatola di latta che mi avevano offerto a 5 euro proprio poco prima di pranzo, per la quale ero indecisa, alla fine l'aperitivo mi ha aiutata a decidere per il sì.

[Solitamente la nostra strategia è questa: quando siamo indecise se prendere un articolo o meno e la nostra scelta va di pari passo con l'ora aperitivo/pranzo/aperitivo pesante, si fa prima un pit-stop in un bar giusto e poi solitamente la decisione viene da sè, questo proprio durante il terzo giro di aperitivo e il verdetto finale di norma è sempre un "SI lo prendo!"]


Abbiamo proseguito il nostro giro, guardando in lungo e in largo tutti gli oggetti esposti di banco in banco, meticolose nel spulciare se in mezzo a tanto c'era qualcosa che poteva interessarci, ed è così che Carolina si imbattè in un signore anziano che vendeva trenini, più precisamente carrozze da collezione, alcune delle quali molto rare, lei cercava una carrozza "voffa" per il suo Apo, il suo 'selvaggio', lo stesso bambino di due anni che ci tiene compagnia mentre facciamo ricerca per Sugar Skulls Factory, scorrazzando, ballando e urlando per la stanza, regalando sorrisi, coccole e baci con lo schiocco a noi "zie" adottive mentre ci compra dolcemente con quei suoi occhioni profondi e vispi. E' proprio un selvaggio speciale, perciò Carolina voleva fargli una sorpresa e regalargli un treno rosso, "voffo" come lo chiamerebbe lui. 

Alla fine di carrozze rosse non ce n'erano e con l'aiuto del signore che li vendeva, Carolina è riuscita con il suo modo così scherzoso e diretto di contrattare, ad avere due carrozze svizzere di prima classe ad un buonissimo prezzo, azzurre con una bellissima striscia gialla che le percorreva lungo tutta la loro lunghezza.

Stava per farsi tardi, eravamo nel cuore del pomeriggio e dovevamo incamminarci per tornare alla macchina, c'è da dire che il mercatino di Piazzola è così grande che una giornata intera non basterebbe ancora per girarlo tutto, in ogni caso proprio sulla via del ritorno, mia sorella si ferma di colpo, Carolina ed io non ce ne eravamo accorte, quando mi sono girata per cercare Roby  i suoi occhi brillavano, ed erano puntati su un distributore di palline anni 50', questo era verde scuro con delle strisce color panna ed era proprio accanto a quello giallo, lo stesso per cui aveva chiesto il prezzo ancora all'inizio della nostra caccia, nel frattempo durante il pomeriggio ne avevano esposto un altro, aveva dei materiali diversi e non era del tutto funzionante perciò il prezzo era molto più basso, la sua incessante ricerca ai mercatini e su siti d'aste non l'avevano soddisfatta, indovinate un po'?! 

Dopo aver astutamente contrattato, la nostra 'tatina' è tornata alla macchina con il suo tanto desiderato distributore di caramelle da restaurare ed un sorriso che le toccava le tempie, simile a quello dello Stregatto in Alice in Wonderland di Tim Burton.

Il ritorno è stato altrettanto divertente, pieno di perle di saggezza, di infinite ciliegine sulla torta e di molteplici 'fofofi', risate e panzanate a pacchi, 'recensioni' positive e non sulle nostre spese, ed io, che quando mi ci metto sono davvero una gran scassa palle, lamentando una sensazione di inevitabile fastidio per essermi resa conto di aver pagato un po' troppo per degli oggetti presi all'ultimo minuto.


Una giornata lunga ed impegnativa, un po' come questo chilometrico post XD, che spero vi sia piaciuto, nonostante il mio persistente difetto di perdermi nei discorsi e dilungarmi troppo.

Katia Ailis